Di ansia se ne sente parlare ogni giorno, tanto che alcuni si stupiscono quando non si sentono preoccupati ed iniziano a preoccuparsi che forse c’è qualcosa che non va.
E se provassimo a “prenderci un tè” con le nostre emozioni e parlare con loro, dandogli non solo ascolto, ma anche voce?
Di certo avremo sentito più volte che l’ansia e la paura sono emozioni primarie e che, come tali, hanno una funzione adattiva e di protezione, attivando il nostro sistema di “attacco-fuga” promuovono la sopravvivenza e ci avvisano dei pericoli.
Allora perché detestiamo tanto l’ansia?
La reprimiamo e cerchiamo di farla star zitta. Così, al primo momento di “pace” e tranquillità, dove sembra finalmente sparita, eccola che ritorna più forte di prima.
La via dell’evitamento sembra non essere la soluzione, eppure il desiderio di non sentirci “soffocare” e di mandar via quel nodo alla gola o quella stretta allo stomaco incombono e ci fanno sentire così vulnerabili e in pericolo.
Pensiamo al giorno più bello che abbiamo vissuto: la laurea? la festa dei diciotto anni? una serata spensierata con gli amici? La prima uscita con il nostro compagno (o compagna)? Finalmente il colloqui con il capo per essere promossi?
Bene, ora immaginiamo di poter eliminare le emozioni come l’ansia. Tutte però, mica si può scegliere. Ora la laurea non sembra cosí tanto motivante e neanche andare a bere qualcosa con gli amici. Ma, a dirla tutta, non è neanche cosí da “farfalle nello stomaco” il fatto di uscire a cena con la persona che ci piace.
Ecco che allora capiamo bene che l’ansia fisiologica ci permette di assaporare esperienze significative e di valenza per noi stessi.
Quando le emozioni assumono una valenza negativa per la nostra esistenza?
Quando si manifestano con un’eccessiva intensità, si manifestano per un periodo di tempo troppo lungo, compromettono negativamente la vita quotidiana e non siamo capaci di gestirle.
Il primo passo è fermarsi, respirare, comprendere non tanto le cause quanto il cosa stia succedendo, ascoltarsi attivamente e, qualora tu percepisca di avere bisogno di un aiuto, rivolgiti agli specialisti! Vale a qualsiasi età, anche per i bambini! Anzi, spesso l'ansia di manifesta in età evolutiva e, molto frequentemente, compare in contesto scolastico.
Non si può fare altro che cercare di ascoltarla e capire, con uno specialista, cosa ci sta segnalando (un pò come una spia rossa che si accende sul cruscotto della macchina).
Solo esplorandone il senso si potrà tornare a stare meglio.
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