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  • Dr.ssa Monopoli Alessia

LA BALBUZIE

Cos’è la Balbuzie?

La balbuzie è un disturbo multifattoriale del linguaggio che comporta un’alterazione della fluenza verbale. Il bambino sa benissimo cosa vuole dire, ma allo stesso tempo è impossibilitato nel farlo a causa del sopraggiungere di:

- Ripetizioni di suoni, sillabe, parole o frasi;

- Interruzioni di parole;

- Prolungamenti di suoni;

- Frequenti pause;

- Blocchi udibili (ad esempio “c---osa” oppure “cerc --- avo”) o silenti, avvertiti come delle pause inappropriate nella pronuncia di una parola.




Cosa si intende per Balbuzie Fisiologica?


La balbuzie “fisiologica” può manifestarsi nel 10% dei bambini tra i 2 e i 4 anni, quando il bambino cerca di esprimere concetti più complessi e astratti oppure momenti lontani nel tempo, con abilità linguistiche in via di sviluppo e maturazione.

Solitamente si presenta con un andamento altalenante, ovvero ci possono essere dei giorni in cui il bambino balbetta molto e altri in cui non si presentano difficoltà.

ATTENZIONE! Di norma il bambino di quest’età non si rende conto di balbettare! Inoltre circa l’80% dei bambini a cui accade tutto questo, risolve spontaneamente il problema entro pochi mesi dalla comparsa. E’ però molto importante porre attenzione all’atteggiamento che i genitori e le persone che ruotano intorno al bambino hanno, evitando di far notare o colpevolizzare il bambino rispetto al suo modo di parlare, al fine di evitare l’insorgere di emozioni o sentimenti negativi e limitanti la comunicazione.

Ecco alcuni consigli:

- Non rimproverare il bambino per le sue difficoltà ed evitare di anticiparlo nel discorso;

- Ascoltarlo attentamente e con pazienza, senza mostrare ansietà;

- Assumere un modello di conversazione più lento e “rilassato”.


Quando è importante attivarsi precocemente nei confronti di queste difficoltà?


Potrebbe non trattarsi esclusivamente di balbuzie fisiologica se:

- In famiglia qualcuno balbetta o ha balbettato precedentemente;

- In presenza di tensioni muscolari del volto (tic e tremolii);

- Il bambino manifesta la tendenza a rinunciare a parlare e comunicare;

- Il bambino mostra segni di consapevolezza del problema e sentimenti di stress, ansia, paura, vergogna, frustrazione, imbarazzo ed irritazione.



Altri fattori di rischio che il disturbo cronicizzi, e dunque non si risolva spontaneamente entro l’anno dalla comparsa, comprendono il genere: i maschi presentano infatti un maggiore rischio di persistenza della balbuzie (con rapporto 4:1).

Intervenire precocemente risulta fondamentale sia per evitare e ridurre l’insorgenza di attitudini comunicative (emotive e sociali) negative rispetto alle proprie difficoltà sia per avere una prognosi più favorevole in termini di recupero e la possibilità di raggiungere risultati maggiori in tempi più brevi.



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